Arte intesa come ‘comunicare’, ma comunicare in modo autentico: è questo il vero obiettivo dell’iniziativa Io Penso Che. Un’ iniziativa che nasce circa un anno e mezzo fa, e che oggi è diventato una sorta di collettivo, che coinvolge diversi poli culturali d’Italia, divenendo un progetto di respiro internazionale.

Il progetto nasce da un’idea di Emilio Porcaro, classe 1985, architetto di professione e ‘cacciatore di pensieri’. Nella sua fondina nient’altro che la macchina fotografica. È proprio puntando il suo obiettivo, che Emilio cattura e imprigiona, con uno scatto, le emozioni più viscerali e sfacciate della sue ‘prede’. La sua collezione di trofei? È impressa sulle foto esposte (o almeno una parte) al Sottopalco del Bellini, dove Spaccanapoli lo ha incontrato.

Io Penso Che ha una sola ed unica regola: nessun confine, nessun limite, nessuna barriera. La curiosità è una fonte inesauribile di pensiero, e qualsiasi forma di confine o barriera può intralciarne i motori, tanto da atrofizzare parole, libere espressioni o ogni altro genere di comunicazione.

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